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Le associazioni dell’emigrazione alla Regione Siciliana: Si alla Consulta regionale, no all’Osservatorio
PALERMO - Il Coordinamento delle Associazioni regionali siciliane dell’emigrazione (CARSE) scrive al presidente della Regione Raffaele Lombardo e all’assessore del Lavoro e dell’Emigrazione Carmelo Incardona per ricordare che la Consulta regionale dell’emigrazione, istituita con la legge regionale 55 del 1980, non è stata attivata, malgrado le reiterate richieste, mentre è stato costituito l’Osservatorio regionale dell’emigrazione per studiare ancora per due anni la conoscenza del fenomeno migratorio siciliano. Una iniziativa che le associazioni considerano “fuori della storia “, di fronte all’urgenza di una politica e di interventi concreti. Ciò premesso, le associazioni comunicano che non prenderanno parte all’insediamento dell’Osservatorio, in programma domani 12 febbraio. Qui di seguito il testo del documento, che porta le firme di Mimmo Azzia (Sicilia Mondo), Salvatore Augello (USEF), Paolo Genco (ANFE), Giovanni Allegra (AITAE-AITEF), Vittorio Anastasi (Siracusani Nel Mondo), Don Filippo Bonasera (SERES), Pina Palumbo (CRASES), Marco Luciani (Istituto Regionale Fernando Santi), Emanuela La Rocca (COES), Sergio Cillari (ASEF)
Le seguenti Associazioni storiche di emigrazione, di cui all’Art. 9 della L.R. 55/80, confermano tutta la propria disponibilità all’On. Assessore del Lavoro sulle iniziative riguardanti la valorizzazione dei corregionali all’estero con l’apporto di una esperienza ultra trentennale di “dedizione” e di “servizio” che ha consentito la costruzione ed il mantenimento di relazioni e di rapporti con l’altra Sicilia che vive fuori dall’Isola. Impedendone la separazione. Ma anche consegnando alla Sicilia un patrimonio di collegamenti e di valori storici di inestimabile valore. Nello stesso tempo, a tutela del patrimonio culturale di esperienza e di conoscenza costruito in tanti anni, le sottoscritte Associazioni storiche ribadiscono e richiedono, nella più assoluta convinzione, la indilazionabile attivazione della Consulta Regionale della Emigrazione e della Immigrazione prevista dall’Art. 2 della L.R. 55/80 per ridare credibilità, visibilità e ripresa operativa al settore. La centralità della Consulta si coglie a pieno dalla lettura del testo della L.R. 55/80 che precisa all’art. 1 le linee quadro dei “nuovi provvedimenti in favore dei lavoratori emigrati e delle loro famiglie” - Art. 1 – La Regione , nell’ambito delle proprie competenze e nel quadro della politica sociale nazionale e comunitaria, nonché della politica di programmazione e di massima occupazione, promuove la tutela morale, l’assistenza materiale e l’elevazione sociale dei lavoratori siciliani emigrati, dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie. Con l’art. 2, la 55/80 istituisce la Consulta Regionale della Emigrazione e della Immigrazione indicando la sua composizione. Nel successivo art. 3 la durata, i tempi e le modalità di funzionamento. Per passare poi con l’art. 4 alle competenze che formalizza nello studio del fenomeno, del suo aggiornamento, nella formulazione di pareri e proposte all’On. Assessore in ordine alla programmazione, alla armonizzazione degli interventi, alle proposte di soluzione e di iniziative anche riguardanti il ritorno degli immigrati. Delibera il regolamento per il suo funzionamento da sottoporre alla approvazione della Giunta regionale. La Consulta Regionale, con il suo Direttivo, è quindi lo strumento cardine e non surrogabile sul quale ruota la corretta applicazione di tutta la normativa. La L.R. 55/80 ha fatto testo in emigrazione. E’ stata, infatti, il punto di riferimento da parte delle altre Regioni italiane che la hanno copiata e applicata facendone il motore operativo delle politiche in emigrazione. Tutte le Regioni italiane hanno costituito le Consulte Regionali tranne la Regione Siciliana che non la ha attivata pur avendone la paternità. A fronte della assoluta attualità e praticabilità della L.R. 55/80, la istituzione di un Osservatorio regionale per l’emigrazione che si propone di studiare, per 2 anni ancora, le tematiche, la conoscenza ed il monitoraggio del fenomeno migratorio siciliano nel mondo, è senza dubbio fuori dalla storia, dal nostro tempo e dalle priorità del momento rispetto alla urgenza di una vigorosa politica operativa di scelte, di programmi, di iniziative e di interventi concreti per non interrompere ma riprendere, con vigore, con i corregionali all’estero rapporti di apertura, di coinvolgimento e partecipazione alla vita culturale, economica e sociale dell’Isola. Una ripresa di contatti urgenti, dopo un lungo periodo di galleggiamento ed un 2008 senza programmi, senza idee ed in “bianco” che ha fatto slittare al 2009 le iniziative dell’anno 2008 per la ritardata assegnazione dei finanziamenti a tutt’oggi non corrisposti. Fuori da ogni logica, quindi, la istituzione di un Osservatorio partito male, nato a 3 nel mese di Agosto, cresciuto a 7 a settembre, esploso a 18 consiglieri nel gennaio 2009. Nato senza un minimo di concertazione con gli addetti ai lavori e con la realtà migratoria. A proposito di concertazioni: dal 5 giugno 2008 a tutt’oggi le Associazioni storiche attendono ancora di essere convocate. Un Osservatorio che sembra fatto su misura per svuotare la L.R. 55/80 ma che è assolutamente riduttivo ad essa per carenza di motivazioni, di prospettiva e di ambizioni, e che non può essere in nessun caso sostitutivo alla stessa 55/80. Certamente non è con i decreti che si impone la conoscenza di un tema così complesso come quello migratorio, né il carisma alle persone in funzione della loro rappresentanza, né tantomeno la professionalità del settore ai neofiti con la nomination nell’Osservatorio. Pertanto, le sottoscritte Associazioni, nel superiore interesse dei corregionali che vivono fuori dalla Sicilia, comunicano che non parteciperanno all’insediamento dell’Osservatorio del 12 febbraio corrente e chiedono all’On. Assessore di volere riesaminare il decreto in autotutela.