Pur condividendo gli obiettivi dell’Esecutivo per la riforma e la “bonifica” del comparto della formazione professionale è indispensabile porre con urgenza al centro dell’attenzione le questioni che ne impediscono il rilancio, che non può prescindere dalla sopravvivenza degli enti di formazione virtuosi che sino ad oggi hanno garantito, nella legalità e nelle difficoltà frapposte, i servizi pubblici loro affidati. Con queste parole inizia la nota del presidente di Aref Luciano Luciani con la richiesta di audizione all'on. Marcello Greco Presidente della V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Pertanto - dice Luciani - non può essere sottaciuta l’evidenza che ad oggi una significativa parte degli enti di formazione non ha ricevuto “neanche un euro”, malgrado l’attività formativa di cui all’Avviso 20/2011 sia partita dall’8 giugno 2012, mentre altri “fortunati” hanno preso solo il 25% dell’intero finanziamento che copre l’attività fino al 7 giugno 2013. Detto 25%, introdotto a giugno 2012, doveva essere erogato più rapidamente del previsto 50%, e cioè prima dell’inizio dell’attività corsuale, prevista a settembre 2012.
Nel corso del recente tavolo tecnico istituzionale svoltosi presso l’I.C.S. “Giovanni Falcone” di Palermo - ricorda Luciani -, la rappresentanza della scrivente AREF ha evidenziato la situazione drammatica in cui versano gli enti che correttamente operano e riferito circa i danni che si sono determinati dal 2000 ad oggi nei confronti degli enti, a seguito dei finanziamenti andati perduti con il POR (vedi Avviso 12 PROF 2010) e con il fondo di ristrutturazione del Ministero del Lavoro (vedi avviso 10/2008 per la ristrutturazione e il risanamento degli enti), nonchè a seguito del mancato rispetto delle disposizioni contenute nella legge 24 del 1976 e delle disposizioni successive, in forza delle quali la Pubblica Amministrazione incarica gli enti di svolgere un pubblico servizio che non può essere interrotto, ma che, in relazione a tale situazione giuridica, l’Esecutivo non può definanziare in via amministrativa, non impinguando i relativi capitoli di spesa e ritardando ed omettendo le rimesse finanziarie dovute.
Il sistema formativo può reggersi espellendo enti gestori che non hanno rispettato le disposizioni di legge rendendosi complici dei potenti che si sono succeduti nelle diverse legislature: tutto è documentato e documentabile, per cui non può farsi di “tutta l’erba un fascio”.
D’altro canto la pubblica amministrazione non può scaricare le proprie responsabilità ed inadempienze, e gli oneri connessi, nei confronti di associazioni virtuose, senza fini di lucro, che trovano ragione di essere e tutela dalle stesse disposizioni dell’Unione Europea; dette associazioni in atto si trovano invischiate in situazioni perverse che finiscono per penalizzare sia gli enti datoriali che i lavoratori del comparto.
Si rende realmente necessario - conclude il presidente di Aref - tagliare “carne ed ossa” per rimettere in condizione di operare tali enti, ripianando costi di gestione e stipendi al personale dovuti, ma non erogati, a causa di dette omissioni e ritardi.
Per tali motivi e per meglio rappresentare oralmente e documentalmente quanto esposto e al fine di ottenere l’impinguamento dei capitoli di spesa delle leggi vigenti in materia, chiede l’audizione presso codesta V Commissione.
Distinti saluti