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Luciani (IIFS): l’Assemblea Legislativa elimini la figura del Presidente della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo

"Si riscontrano forti contraddizioni, da parte delle forze politiche emiliano-romagnole, sia di maggioranza che di opposizione, in ordine alle concrete questioni nodali che si pongono e riguardano la politica estera e quelle legate al ruolo dell’Associazionismo in Emilia Romagna e all’estero e delle comunità emiliano-romagnole all’estero".
A scriverlo è Luciano Luciani, presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi.
"I Gruppi assembleari e il Governo della Regione – continua – non sono rimasti estranei al dibattito riguardante gli interventi, peraltro limitatissimi, che si rendono necessari per migliorare la legge regionale n.3 del 24 aprile 2006 e ridurre le ingenti spese per tenere nei locali della Regione un costoso apparato, quello del Presidente della Consulta, che divora cospicui finanziamenti per manifestazioni in Italia e all’estero, mentre per la promozione di progetti ed iniziative promosse dai reali interlocutori e protagonisti di questo mondo (Associazioni ed Enti Locali) viene impegnato pochissimo denaro pubblico".
Secondo Luciani, quindi, "è veramente inconcepibile che venga contrastata l’esistenza della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, quando questa può convocarsi anche una sola volta l’anno e l’Esecutivo della stessa riunirsi, nella stessa circostanza, senza alcun aggravio di spese. Tutte le Regioni italiane hanno una Consulta, tutte le Regioni hanno un Esecutivo, tutte le Regioni stanno riducendo i capitoli di spesa relativi alle riunioni di detto organismo".
"In Emilia Romagna – denuncia Luciani – si sottace che, unica Regione italiana, la Consulta viene sistematicamente affidata ad un “esterno”, che prende uno stipendio pari al 50% di quello del Consigliere Regionale, che dispone di uno staff, viaggia, fa programmi spesso in concorrenza con quelle degli organismi – solo a questi – ai quali le Consulte regionali riconoscono la possibilità di realizzare programmi ed iniziative sottoposte al vaglio degli uffici delle Regioni. La questione scandalosa – rileva Luciani – è che da diversi lustri, praticamente da sempre, la carica di Presidente della Consulta viene affidata ad un ex Consigliere, il quale, finito il mandato, magari assume poi il ruolo di Presidente di qualche Associazione presente in Emilia Romagna, per cui a distanza di più lustri troviamo quali Presidente o Consultori ex Consiglieri Regionali, che sino alla loro mancata rielezione non si erano occupati di emiliano-romagnoli all’estero".
Luciani ricorda, quindi, che l’IIFS "in più circostanze ha fornito (anzi evidenziato) ai Gruppi assembleari e al Governo della Regione le cifre, assai contenute (vedi, ad esempio, Oltreoceano dicembre 2010, pag 3; vedi Oltreoceano dicembre 2011, pag.9 – www.iifs.it), destinate alle attività di promozione delle iniziative, spesso finalizzate ad internazionalizzare l’economia emiliano-romagnola, affidate agli Enti Locali e alle Associazioni emiliano-romagnole presenti in regione e all’estero (nell’anno 2012 le somme stanziate sono complessivamente pari a € 78.500) ed ha indicato la soluzione necessaria per salvaguardare le comunità all’estero e il loro ruolo di promotori della cultura e dell’economia dell’Emilia Romagna: eliminare la figura del Presidente della Consulta “esterno”, facendo coincidere, con un rapido e semplicissimo intervento legislativo, la funzione di Presidente della Consulta con quella di Presidente della Regione Emilia Romagna, come avviene in altre Regioni italiane".
"I Consiglieri della maggioranza del Governo della Regione e i Consiglieri espressione dell’opposizione al Governo della Regione – annota Luciani – dovrebbero ricordare che la capacità di governare o quella di svolgere battaglie politiche di opposizione si esprime attraverso prese di posizioni chiare e coerenti e attraverso altrettanti provvedimenti o proposte legislative migliorative e riformatrici. L’Assemblea Legislativa, che deve semmai eliminare talune prerogative, relativamente al Presidente e alla Consulta – conclude – rischia di conservare, da un canto o di gettare, dall’altro, come suol dirsi, l’acqua sporca con il bambino". (aise)